Chi Sono

Mi sono avvicinato alla ceramica da adolescente, attratto dai luoghi del lavoro (le fabbriche, gli atelier) e dalla possibilità di poter diventare artefice delle chimiche e dei processi, ansioso di inventare materie e forme inedite.

La mia anima più profonda è quella di un disegnatore, sono uno che racconta storie con la matita. Lentamente ho virato verso un approccio grafico alla ceramica e allora la componente affabulatoria delle mie visioni ha preso importanza. Per queste percorso ho avuto bisogno di diventare abile in diversi mestieri della ceramica.

A distanza di tanti anni penso di avere fatto le scelte più vicine alla mia natura: una parte di arte, una parte di scienza, esercizio continuo del lavoro.

Le mie prime opere riflettevano su simboli e segni, pensavo al mondo come a schegge del racconto mitico. Poi ho avuto bisogno di narrare altro, quindi ho aumentato il repertorio figurativo ed ho sviluppato altri registri emotivi. La grafica ha prevalso sulla scultura, i progetti sono diventati transmediali.

In questo momento della mia vita le materie che uso sono: quello che rimane degli eventi quotidiani, le contraddizioni, l’equilibrio imperfetto, gli spazi quasi vuoti, il silenzio, i ricordi impolverati.

Credo che nelle mie opere traspaia un tema ricorrente: la precarietà. C’è ne è un altro: la compassione per i perdenti. C’è ne è un altro: la comprensione della parte patetica delle esistenze.

I miei mostri sono ciechi e debbono essere accompagnati per mano per non cadere, perché io non cada.

Rassegna Stampa

Le voci dei pozzi, altre voci.

di Daniela Lotta

intervista Mirco Denicolò

Daniela Lotta – Vorrei iniziare con il chiederti del disegno, più precisamente del segno grafito, che è insieme antico eppure assolutamente contemporaneo. Un segno a “bassa definizione”, arcaizzante, planimetrico, sintetico che, proprio per questo, concede margini di intervento al fruitore, il quale è libero di esercitare la propria abilità creativa e completare con la propria immaginazione le storie da te innescate​. Leggi tutto.

Mirco Denicolò, il disegno come centro dell’attenzione.

di Daniela Lotta

Articolo per Die Neue Keramik, 2023

La poetica artistica di Mirco Denicolò è in costante rapporto con la sperimentazione delle tecniche e dei materiali che di volta in volta indaga per estendere i confini della sua ricerca. Una ricerca che ha come nucleo di attrazione il disegno quale strumento per dare forma al pensiero che scorre veloce, mezzo attraverso cui filtrare l’esistente e liberare l’invenzione narrativa. Leggi tutto.

Presentazione della mostra Teatri e Gairdini.

di Mara De Fanti

Museo della ceramica Gianetti, Saronno 2021

Una linea dell’orizzonte separa gentilmente due storie, quella del sopra e del sotto, del prima e del dopo, con una continuità di segno che ci ricorda quanto una sia fondamenta dell’altra. Pochi colori, accostati con gusto, senza provocazione, stesi e graffiati, con dedizione e pazienza, in questo lavoro del mettere e levare, raccontano scorci, istanti fissati nella memoria, lievi intuizioni. Leggi tutto.

Mirco Denicolò: conversazione in un giardino allo specchio.

di Maria Rivola

Intervista per la rivista Gagarin, Faenza, 13 Ottobre 2021

Mirco Denicolò si presenta con i capelli elettrici e grigi, si dice affascinato dalla tecnologia, la sua voce è tanto pacifica da sembrare sulle nuvole: sembra un personaggio uscito da un libro per bambini, a metà tra l’inventore e l’artista. In vista della sua ultima mostra, Un giardino allo specchio, che verrà inaugurata venerdì 15 ottobre alle ore 18 presso la galleria d’arte contemporanea Il Vicolo di Cesena, … Leggi tutto.

Mirco Denicolò Un giardino allo specchio.

di Marisa Zattini

quaderno della mostra nella Galleria Il Vicolo, Cesena, Faenza 2021

«Un artista può ancora avere il gesto largo e l’illusione profonda, risentire la memoria quasi senza saperlo, di qualche cosa […]» (Francesco Arcangeli)
È una mostra fatta di domande visivamente e ceramicamente ricomposte, questa. Da una lettura genealogica in viva voce della madre, dalla decadenza della casa dei genitori, dal ricordo del giardino, dalla memoria dei muri fatiscenti, dalla crescita incontrollabile del rosmarino. Leggi tutto.

Enzo Biffi Gentili, testo tratto dal volume Terre.

a cura di Ugo La Pietra

Marsilio 2021

Dieci anni dopo un artiere faentino, Mirco Denicolò, realizza alcune serie di artefatti, quasi sempre tavole ceramiche, anch’esse iscrivibili nel genere fantastico, a partire, agli inizi del xxr secolo, dalla suite Autoritratto con serpente del 2001, di cui alcuni elementi furono esposti nella citata mostra vietrese Viaggio attraverso la ceramica grottesca … Leggi tutto.

Per un’iconografia del risveglio.

a cura di Francesca Bogliolo

Catalogo della mostra “Spiriti Domestici”, Savona 2020

Sono ventuno opere, sono campanelli e campanacci, voci di gallo che sembrano provenire da lontano, echi di figure che sembrano manifestarsi da un incerto passato, conchiglie che trasudano la voce del mare e pietre che fermano la memoria dell’uomo o la liberano rotolando oltre un sepolcro ormai vuoto a scandire il ritmo di un tempo eterno, distante dalla quotidianità e dal respiro dell’uomo. Leggi tutto.

Conversazione.

a cura di Mattero Zauli

Catalogo della mostra “Balancing”, Faenza 2019

Questa pubblicazione testimonia un incontro che ha radici profonde, molto più di una semplice occasione espositiva, e che si è arricchito negli anni di riflessioni, racconti, episodi didattici, visite in studio. La prima installazione di Mirco Denicolò al Museo Carlo Zauli nell’ambito dell’azione culturale del museo sul territorio, non è solo una narrazione visiva, come sempre accade nella sua opera, ma la conseguenza di un lungo dialogo, iniziato nel 2004, un colloquio mai sopito. Leggi tutto.

Mirco Denicolò / Figli del diluvio.

a cura di Annamaria Bernucci

Catalogo della mostra, Faenza 2018

Disegnare è un modo per scoprire gli intimi segreti dell’esistenza, per calarsi nelle storie universali, catturandone il mistero e l’atavica saggezza, ma anche un modo per interrogare le leggende o per soppesare il reale che appartiene alla propria vita, amplificarlo e trasformarlo in evento. Mirco Denicolò si serve del disegno nella prospettiva di un rinnovamento delle potenzialità iconiche della ceramica. Leggi tutto.

I silenziosi teatrini del mondo di Mirco Denicolò.

a cura di Domenico Iaracào

Catalogo della mostra, Faenza 2018

Proseguendo una ricerca oramai pluriennale, la produzione artistica recente  di Mirco Denicolò indaga la capacità di narrare storie insita negli oggetti che ci circondano; siano questi compagni silenziosi del nostro lavoro quotidiano, strumenti particolari che riposano per anni insieme ad altri attrezzi o, infine, veroniche di eventi centrali nella Storia con l’iniziale maiuscola e portatori di significati condivisi tra masse, ciascuno di questi è portatore di memorie di cui l’artista si fa interprete. Leggi tutto.

Quattro storie senza morale / ceramica e altro.

a cura di Sandro Lorenzini

Presentazione della mostra, Savona, Gulli Arte, 2016

Mirco Denicolò si tuffa a capofitto in apnea nel suo mare e scende per tremila metri, laggiù dove tutto è la notte e nel buio profondo incontra le forme e le cose. Fluttuano e compaiono, strane, dal nero del fondo e avvicinandosi lente si accendono un poco, quel tanto che basta a lasciarsi vedere e capire. Gli nuotano intorno, lui le guarda e le legge. Leggi tutto.

La terra accoglie e restituisce.

a cura di Annamaria Bernucci

Presentazione delle mostra I carpentieri che costruirono la casa dell’Angelo, Faenza Bottega Bertaccini – LIbri e Arte, 2016

La terra accoglie e restituisce gesto e impronta, segno e memoria. Lo sa bene l’artista che della argilla addomesticata dal fuoco ne ha fatto un mestiere e l’officina della propria creatività. Sono mani intelligenti quelle che nella ceramica lavorano, trasformano e consegnano nuove relazioni tra forma e segno, tra tensione concettuale ed esaltazione fisica di un mezzo così ancestralmente organico.  Una materia duttile – la ceramica – che si è data nel tempo diversa consapevolezza e ha tentato sperimentazioni sempre più elaborate. Leggi tutto.

Shh, shh,.

a cura di Viola Emaldi

Presentazione della mostra Un silenzio decorato di campanelli, ceramiche di Mirco Denicolò – Faenza Bottega Bertaccini – Libri e Arte , 2014

È stata la musica a darmi le parole mentre osservavo la serie di opere qui esposte. Inizia sottovoce, chiedendo silenzio, tutto è così tranquillo, così calmo, sei tutto solo e così pacifico finché…i suoni prendono il volo e la voce scintillante esplode, tu ti innamori… e suoni il campanello! Viene naturale assimilare tutto questo alle visioni di Denicolò in “Un silenzio decorato di campanelli”, collezione di composizioni vive e movimentate fatte di immagini e colori. Leggi tutto.

Ho intervistato la pioggia: il progetto trans-mediale di Mirco Denicolò.

a cura di Luca Bochicchio

ESPOARTE (www.espoarte.net), 23 dicembre 2014

 “Con le mani più avvezze alla matita che alla terra”. La matita è lo strumento “per ragionare”, il mezzo per rendere operativi i pensieri. A dispetto della carica onirica delle sue opere, Mirco Denicolò dimostra come la lucidità, la ricerca e anche una certa disciplina metodologica siano utili a incanalare il lavoro in un percorso non definito a priori ma consapevole delle “regole del gioco”: di quello narrativo, visivo e poetico. Sono forse appunto la profondità poetica e la consapevolezza di Denicolò a rendere le sue immagini capaci di catalizzare la nostra attenzione, quasi fossero archetipi dei quali il nostro profondo inconscio sente di non potere fare a meno. Leggi tutto.

Cuciture a vista.

a cura di Stefano Caggiano

In “Ceramica nuova”, n. 2, Milano 2013

Mirco Denicolò prende molto sul serio la fantasia. La sua cifra artistica, perfettamente a casa in un mondo in cui le immagini hanno assunto la stessa “gravità” del reale, opera infatti per progressiva concretizzazione del segno attraverso il segno, lavorando il solco come un artigiano cesella il pezzo: mescolandosi ad esso mentre lo indaga e ricavandone la profondità a colpi di ispessimento della grafia. Leggi tutto.

Mirco Denicolò: a ceramic poet.

a cura di Rolando Giovannini

In Ceramics Art and Perception”, issue 89, 2012

In order to properly present Mirco Denicolò, Italian artist in his prime both artistically and professionally, two aspects must be explored.  The first refers to his presence in the 54th Venice Biennale, Italian Pavilion Emilia Romagna Region, when in July 2011, he was invited by the art critic Vittorio Sgarbi to exhibit his piece at the Cloisters of Saint Peter in the city of Reggio Emilia.  The second is to note a very consistent artistic journey rich with both graphic and painterly sensibility. Leggi tutto.

Raccolgo frutti seminati 10.000 anni fa.

a cura di Claudia Casali

Presentazione del catalogo per l’opera realizzata per la sala conferenze della sede regionale della Coldiretti, Faenza 2011

Il lento procedere dell’uomo… Sono sempre stata affascinata dai processi e dai procedimenti che implicano grandi attese e molta pazienza, in un tempo, il nostro, in cui la velocità, ora e subito, impone logiche a volte perverse che portano a situazioni di poco rispetto e attenzione. L’occasione di scrivere un “breve pensiero” per Coldiretti per una straordinaria operazione che ha portato a dialogare due realtà, la ceramica e l’agricoltura, unite da un elemento comune come la terra, mi ha portato a riflettere su diverse questioni, in primis le nostre origini ma anche la nostra appartenenza e la nostra cultura. Leggi tutto.

Somewhwew beyond the sea.

a cura di Luiza Samanda Turrini

Testo per la mostra “Historia Naturalis ” di Mirco Denicolò, Galleria Magazzini Criminali per Festival Filosofia 2011

Si sentiva il mare, come una slavina continua, tuono incessante di un temporale figlio di chissà che cielo. Non smetteva un attimo. Non conosceva stanchezza. Non conosceva clemenza. Se tu lo guardi te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia la notte. Alessandro Baricco. Leggi tutto.

Un cappello di mollica di pane.

a cura di Francesco Calcagnini

Testo nel catalogo della mostra Povero Pinocchio, Ravenna 2004

Mirco ed io. L’anagrafe e il caso ci ha previsti negli stessi banchi di scuola: né Pinocchio né Lucignolo, e ovviamente nemmeno fatine. Solo la storia vera di un’amicizia generazionale vissuta credo con tutti i vizi di forma a disposizione intorno agli anni della nostra giovinezza di piombo che precede il disgelo dalla guerra fredda, dove si vede come spesso i ragazzi, non solo quelli cattivi, hanno la noia a sentirsi correggere da chi ne sa più di loro. Leggi tutto.

Autoritratto con serpente.

a cura di Maria Laura Gelmini

Testo del catalogo della mostra Naturarte, Lodi 2003

«Nel 1985, quando ero studente, mi capitò di ascoltare un brano del cantautore cubano Silvio Rodriguez e, non comprendendo allora il castigliano, tradussi “Il serpente sono io!”. Fu una sorta di identificazione con un animale non mitico. Tutte le volte che ho dipinto serpenti è stato per inseguire concetti grafici o compositivi.» Con semplicità e chiarezza Mirco Denicolò ci offre, con queste parole, la corretta lettura delle sue recenti opere in ceramica. Leggi tutto.

Autoritratto con serpente.

a cura di Josune Ruiz de Infante

Testo del catalogo della mostra, Ravenna 2001

Autoritratto con serpente è un titolo che potrebbe rimandare a certi enigmi di metafisica memoria. L’Autoritratto con busto di Mercurio è soltanto uno degli esempi più “alti” in mezzo agli innumerevoli e non enunciati ritratti ed autoritratti, “con mandarino”, “con occhiali da sole”, “con lapide”, “con libro”, scaturiti dai sogni e dai pennelli di De Chirico. Seguendo il meccanismo di pensiero fondato sullo “spostamento” e sulla “decontestualizzazione” delle immagini, in Autoritratto con serpente anche noi saremmo autorizzati ad aspettarci qualche sottile gioco linguistico o qualche scollamento tra l’immagine e la didascalia. Leggi tutto.

Micro Denicolò
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